La mia Terra di Mezzo

Tra un fonendo ed una tazza, scorre la mia Terra di Mezzo, il mio presente.....Le porte? Si possono aprire, spalancare sul mondo, ma si possono anche chiudere, per custodire preziosi silenzi e recondite preghiere....





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domenica 27 dicembre 2015

Il vero Babbo Natale

La leggenda natalizia di San Nicola (di Bari) che porta doni ai bambini, di origine cattolica, è stata modificata a fini ideologici per impedire la diffusione della realtà storica di un uomo - di un vescovo - esempio di carità amorevole verso i bambini e gli ultimi. In modo particolare i poteri occulti di Francia che l'hanno sostituito con la figura di "Babbo Natale" (Perè Noel) e anche i riformatori protestanti che hanno invece preso la vicenda storica di San Nicola mescolandola volontariamente con tradizioni pagane e magiche inventando cosi la figura di "Santa Claus" a motivo del loro feroce rifiuto del culto cattolico dei santi.

San Nicola è nato in Patara in Licia, una provincia dell'Asia Minore, nel IV secolo da genitori benestanti. E' stato nominato vescovo di Myra, ed è divenuto famoso per la sua santità, per la carità e per i miracoli. Fu imprigionato a causa della sua fede durante la persecuzione di Diocleziano. Fu presente al Concilio di Nicea (325 d.C.) e denunciò l'eresia ariana. Morì a Myra nel 350 d.C. Nel 1087 alcune sue reliquie furono trasferite a Bari, italia, e molti miracoli sono stati ottenuti per sua intercessione, fatto che costituisce la sua straordinaria popolarità in occidente. I genitori di quello che sarebbe stato San Nicola da Tolentino, infatti, ottennero la grazia di avere questo figlio proprio per intercessione di San Nicola di Bari, il cui nome diedero al figlio avuto miracolosamente dal cielo.

Approfittando della ricchezza dei suoi genitori, S. Nicola desiderava fare doni a coloro che erano chiamati i "Poveri imbarazzati" cioè le persone che si trovano in bisogno economico ma che si vergognano di andare a mendicare in strada. Il Santo trovò diversi modi per aiutare questa gente: arrivò persino a lasciare doni anonimi attraverso il camino (chi vi ricorda?).
 
Un caso emblematico: un padre con tre figlie non poteva dare loro una dote e organizzare loro matrimoni dignitosi. L'uomo, disperato, pensava che la loro unica sorte fosse quella della pubblica vergogna. In tre diverse occasioni S. Nicola venne in loro aiuto lasciando una borsa con dell'oro per permettere alle sue figlie di sposarsi con una discreta dote.

Da questa e da altre opere di carità da lui compiute si diffuse poi l'idea generale che il vescovo Nicola sarebbe sceso dal cielo ogni anno la vigilia di natale per portare regali ai bambini e ai poveri. Questa storia aveva lo scopo di ispirare ai bambini il bene e insegnando loro che una vita ben vissuta è sempre premiata dall'alto.

In Francia i poteri occulti - che non volevano che la popolarità del vescovo cattolico si prolungasse nel tempo e nell'intensità - crearono la figura di Perè Noel. Il titolo di "perè" è comune tra gli uomini anziani che hanno un ruolo di tipo patriarcale nella società e tra le persone semplici. La parola Noel rimanda alla gioia. E' un'esclamazione simile ad "Alleluja" normalmente riservato per la festività del Natale (cattolicamente e rettamente intesa). L'obiettivo era quello che poi è stato raggiunto: de-cattolicizzare la figura storica di San Nicola per diffondere la laicissima figura di Babbo Natale, in tutto simile al vescovo cattolico ma senza alcun riferimento al divino. Questo per quanto riguarda l'azione dei poteri occulti in Francia.

Per quanto riguarda invece l'azione dei protestanti, avversi al culto cattolico dei santi, la figura di S. Nicola fu modificata accuratamente seguendo i racconti della leggenda nordica di un mago. Mescolarono elementi della vita del mago - la renna e le slitte su tutte - e le attribuirono alla figura rinnovata di Santa Claus. Deviarono così l'ammirazione dei bambini e dei poveri, da una figura cattolica a una di fantasia. E' utile per noi imparare come il male - il maligno - attraverso i suoi vari strumenti (consapevoli o inconsapevoli) opera contro la tradizione cattolica perfino nei dettagli che possono apparire insignificanti, e così, con la vigilanza, imparare a discernere le sue seduzioni e inganni.


(Prof. Plinio Correa de Oliveira)
http://www.traditioninaction.org/SOD/j050sdNicholas12-6.htm
 
Tratto da qui

martedì 22 dicembre 2015

Incarnazione ed ecologia dell'uomo

Poiché la fede nel Creatore è una parte essenziale del Credo cristiano, la Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza.
 
Essa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di se stesso.
È necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato.
 
Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un’autodistruzione dell’uomo e quindi una distruzione dell’opera stessa di Dio.
 
Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine gender, si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione.

Grandi teologi della Scolastica hanno qualificato il matrimonio, cioè il legame per tutta la vita tra uomo e donna, come sacramento della creazione, che lo stesso Creatore ha istituito e che Cristo – senza modificare il messaggio della creazione – ha poi accolto nella storia della sua alleanza con gli uomini. Fa parte dell’annuncio che la Chiesa deve recare la testimonianza in favore dello Spirito creatore presente nella natura nel suo insieme e in special modo nella natura dell’uomo, creato ad immagine di Dio.
Partendo da questa prospettiva occorrerebbe rileggere l’Enciclica Humanae vitae: l’intenzione di Papa Paolo VI era di difendere l’amore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura dell’uomo contro la sua manipolazione. (Paragrafo 1)

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
ALLA CURIA ROMANA IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI NATALIZI
Sala Clementina
Lunedì, 22 dicembre 2008
 
 

 

venerdì 18 dicembre 2015

Il giubileo della misericordia


Questo giubileo non è il primo, non sarà l'ultimo né il più importante. E' uno tra i tanti nella storia della Chiesa cattolica ed ha esattamente uguale valenza e significato ai precedenti e a quelli che verranno in futuro.
Il giubileo nella Chiesa cattolica, mentre affonda le sue radici nell'Antico Testamento e nella storia del popolo ebraico - che secondo i dettami della legge biblica, celebrava ogni cinquant'anni un anno giubilare, periodo in cui si rimettevano i debiti, si liberavano gli schiavi e ci si asteneva dai lavori agricoli - non si esaurisce nell'Antico Testamento ma lo porta a compimento  nella figura di Gesù Cristo Redentore dell'umanità e giudice giusto e misericordioso. In tal modo l'antico giubileo viene trasformato e trasfigurato, passando dalla terra al cielo, creando un ponte mistico tra la terra ed il cielo, rendendo possibile il passaggio della creatura dalla condizione di schiavo a quella di figlio. Il giubileo cattolico è con Cristo ed in Cristo e, attraverso il sacrificio salvifico di Cristo Signore, esso acquista una valenza mistica mai avuta prima, rendendo possibile la salita al monte di Mosè, l'avvicinarsi al roveto ardente, il passaggio del Mar Rosso, il lungo viaggio verso la Terra Promessa in maniera più piena e consapevole e con lo sguardo rivolto al Cielo ed alle realtà dell'eternità, dove tutto finisce e tutto inizia in modo nuovo e mai immaginato.

L'anno giubilare diventa così, non solo il tempo per riscattare la condizione umana dalla temporalità, ma un tempo di grazia per riscattare la condizione umana dalla schiavitù del peccato, quindi l'anno della conversione, della riconciliazione con Dio, della remissione dei peccati, della penitenza sacramentale. Senza la dimensione cristocentrica e dunque spirituale il giubileo non avrebbe effetti salvifici sulle anime. Senza la dimensione sacramentale esso sarebbe un vuoto e sterile tintinnio della nostra autosufficienza e della nostra superbia e ci lascerebbe ancora più vuoti e sterili.
Il giubileo non è un'occasione per fare del bene ma l'occasione per guadagnarci il Paradiso! L'occasione per adempiere i comandi del Signore, renderGli gloria ed onore attraverso le nostre opere buone nei confronti del prossimo e di noi stessi con la cura dell'anima e del corpo. L'occasione per chiederGli perdono di tutte le nostre mancanze e dei nostri peccati. Quale occasione più propizia del giubileo? Il Signore, che non si fa superare in bontà e misericordia, rimetterà tutti i peccati e le pene dovute a questi nel momento che varcheremo la soglia di una porta Santa di una chiesa e del suo confessionale!    

 

giovedì 17 dicembre 2015

Infallibilità del Papa

 
 
A proposito dell'infallibilità del Papa, il Cardinal Raphael Merry del Val,(qui un breve profilo biografico) nel suo libro del 1902 'The Truth of Papal Claims' [La verità sulle rivendicazioni papali] ha scritto:
 
«Per quanto grande possa essere il nostro dovere di riverenza nei confronti di qualsiasi cosa affermi, per quanto grande possa essere il nostro dovere di obbedire alla guida del Primo Pastore, non riteniamo che ogni sua parola sia infallibile, o che possa avere sempre ragione.
 
Men che meno ci sogniamo di insegnare che egli sia infallibile o superiore in qualsiasi grado a qualsiasi altro uomo quando parla di materie scientifiche, storiche o politiche, o che egli non possa commettere errori di giudizio nell’affrontare gli eventi contemporanei, gli uomini e le cose (p. 19).
 
Anche oggi un vescovo può […] presentare le sue rimostranze a un Papa che stia agendo – a suo giudizio – in modo che possa sviare le persone affidate alla sua cura. […] Quest’ipotesi è abbastanza plausibile, e non distrugge né sminuisce in alcun modo la supremazia del Papa (p. 74)».

lunedì 14 dicembre 2015

A proposito di ricchi, poveri e clima


James Schall, padre gesuita americano, in un'intervista a 'Il Foglio' parla di alcuni aspetti cardine del viaggio di Papa Francesco negli Stati Uniti e, a cominciare dalla povertà (argomento che sta molto a cuore al Papa) spiega  che «se non tutti sono poveri il merito è proprio del capitalismo, inteso come innovazione, crescita, profitto, distribuzione e produttività». Il dato inconfutabile «è che la percentuale dei poveri nel mondo è in costante calo, e questo è un aspetto che viene troppo poco riconosciuto e spiegato». E ciò che impedisce a quella parte di popolazione che ancora vive nell’indigenza di sollevarsi, «non è di certo il capitalismo, bensì certe idee politiche o religiose unite a qualche fenomeno corruttivo. Si tratta di forze che lavorano in senso contrario alla riduzione della povertà». La causa, dice Padre Schall, va cercata nelle politiche attuate dai governi degli stati moderni, in particolare quelli che adottano «certe varianti tipiche di un socialismo più o meno aperto. E il pensiero sociale cattolico raramente ha riconosciuto che i governi stessi, con la loro avidità, sono i primi ostacoli nell’aiuto dei poveri».
 
Schall cita sant’Agostino quando sosteneva che «sia il ricco sia il povero possono essere peccatori o virtuosi. Il ricco, insomma, non deve diventare povero per essere virtuoso, tantomeno il povero deve diventare ricco. Anche Aristotele ci viene in soccorso, dal momento che a suo giudizio la maggior parte delle persone necessita di una quantità sufficiente di beni per essere virtuosa. Ed è proprio questo ciò che la vera crescita economica cerca di realizzare. Il Papa stesso parla dei suoi amici ricchi come di uomini buoni e generosi».
 
«Quasi tutti riconoscono che l’avidità è un vizio, anche se probabilmente non così distruttivo quanto lo è l’invidia a lungo andare», chiosa l’interlocutore. È una sorta di rovesciamento degli schemi: «Sempre Aristotele ha chiarito che un uomo ricco non è necessariamente ingiusto perché è ricco e l’uomo povero non è virtuoso solo per il fatto di essere povero. Ognuno può salvare la sua anima nella condizione in cui si trova».
 
Alla domanda se a volte, sulla percezione equivoca del capitalismo, può giocare un ruolo non indifferente anche una certa “narrativa apocalittica” propria del Papa, egli risponde:
Dipende «Se si parla di “narrativa apocalittica” riguardo l’ecologia, si può dire che il Santo Padre la usa per parlare dei disastri causati dal riscaldamento della Terra.
Io però ho il sospetto – sottolinea Padre Schall – che, di fatto, queste tesi siano fondate su basi scientifiche e pratiche assai controverse.
I discorsi sulle ricorrenti ere glaciali e sulle epoche temperate sembrano essere vecchi quasi quanto vecchia è la Terra stessa. A mio giudizio, la percentuale di ogni problema ambientale provocato dall’attività umana è relativamente modesta, ed è possibile affrontare le emergenze grazie alla nostra conoscenza e tecnologia. Un po’ di riscaldamento, poi, sembra essere addirittura benefico».
 
Se invece si parla di «narrativa apocalittica secondo quanto scriveva Robert Hugh Benson ne 'Il Padrone del Mondo', riferimento spesso citato da Francesco, in cui è rappresentata la fine dei tempi, mi viene da usare le parole di san Paolo: “Non conosciamo né il giorno né l’ora”. Oggi – prosegue – siamo riusciti a ribaltare gran parte dei princìpi fondamentali della legge naturale nelle nostre politiche pubbliche, al punto che lo stato moderno e la cultura spesso si distinguono solo per essere in contrasto con ciò che l’insegnamento classico ha indicato. Penso sia dovere del Papa ammonire un mondo che si sta formando contro l’esplicito insegnamento della ragione e del Vangelo».
© IL FOGLIO (25-10-2015)
 

Tratto da qui

martedì 8 dicembre 2015

Alla Vergine Immacolata


O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza,
noi Ti ammiriamo e celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi.
Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l’opera sublime della Redenzione e possiamo vedere le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato.
Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli.
Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere “segni” di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza.
Amen

venerdì 4 dicembre 2015

Io sono per la disintegrazione......

 
Cari Vescovi, cari cattolici tutti che vi vergognate di Gesù, che quest'anno volete rinunciare al Natale, al presepe per non offendere chi non crede, guardate, ascoltate ed imparate qui. E' un video che fa bene a tutti, soprattutto, a tutti i cattolici che anche quest'anno decideranno di fare il presepe per ricordare l'incarnazione di Dio.
La Sacra Scrittura dice che il vento dello Spirito soffia dove vuole, mai vento ha soffiato meglio........
Grazie a Vittorio Sgarbi che ha saputo, in soli sette minuti, concentrare magnificamente il significato del Santo Natale e del cristianesimo.
Da non perdere!!!!!! 

giovedì 3 dicembre 2015

Invoca Maria

Come nella generazione naturale vi è un padre e una madre, cosí nella generazione soprannaturale e spirituale vi è un Padre che è Dio e una madre che è Maria.
(San Luigi Maria Grignion de Montfort).
 
Nelle vicende dolorose dei tempi non restano altri conforti che quelli del cielo e tra questi l'intercessione potente di quella che fu in ogni tempo l'Ausiliatrice dei Cristiani.
(San Pio X)
 
Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo Lei, non devierai; invocandola non ti dispererai; pensando a Lei non peccherai; tenendoti stretto a Lei non cadrai.
(San Bernardo di Chiaravalle)

mercoledì 2 dicembre 2015

Maria, stella di speranza

La Chiesa saluta Maria, la Madre di Dio, come «stella del mare»: Ave maris stella.
La vita umana è un cammino. Verso quale meta? Come ne troviamo la strada?
La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. [...]
E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo «sì» aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell'Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi? (cfr Gv 1,14)
    
(SS. Benedetto XVI - Enciclica Spe Salvi)